lunedì 8 giugno 2015

La prima eroina nello spazio

Laika (1954 – 3 novembre 1957) è uno dei nomi con cui è nota il cane femmina che il 3 novembre 1957 fu imbarcata a bordo della capsula spaziale sovietica Sputnik 2.


La capsula Sputnik 2 era attrezzata per il supporto vitale e portava cibo e acqua, ma non prevedeva il rientro, quindi la sorte di Laika era segnata fin dall'inizio della missione. La capsula era inoltre attrezzata con sensori tali da permettere il monitoraggio dei segnali vitali del passeggero come pressione sanguigna, battiti cardiaci e frequenza respiratoria.
Secondo alcune fonti, Laika morì poche ore dopo l'entrata in orbita mentre altre stimano che Laika sopravvisse per circa dieci giorni (ipotesi inverosimile poiché le batterie che alimentavano i sistemi dello Sputnik 2 si esaurirono dopo circa sei giorni). Per quanto riguarda la vera e propria causa di morte dell'animale, furono rese pubbliche varie versioni in parte anche contrastanti fra di loro. Secondo una prima versione resa ufficiale, l'animale sarebbe morto a causa degli sbalzi termici a bordo della navicella, mentre secondo una versione più recente la causa di morte fu data da asfissia a causa di un guasto all'impianto di aerazione. Secondo informazioni mai confermate infine si era pensato di sopprimere l'animale dopo dieci giorni con un boccone avvelenato per evitare una lunga agonia.
Il lancio di Laika nello spazio fu come per il lancio dello Sputnik 1 un evento shock in occidente. L'Unione Sovietica aveva dimostrato con ciò di essere in notevole vantaggio per quanto riguarda la costruzione di satelliti e quindi anche con la costruzione dei vettori, che vantavano capacità di carico maggiori e pertanto anche gittate maggiori. Nonostante poi il satellite nel quale c'era Laika a bordo fosse stato costruito in tempo record, questo poteva vantare una propulsione ancora maggiore del suo predecessore e fu in grado di raggiungere orbite più alte.
La presunta morte di Laika fu però anche causa di una serie di azioni di protesta nei confronti di ambasciate sovietiche in tutto il mondo, portando in primo piano la discussione sull'utilizzo di animali per scopi scientifici.

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